lunedì 19 luglio 2010

Come si fa diagnosi in neurologia

 In neurologia la diagnosi è essenzialmente clinica. L’anamnesi è il momento principale, in quanto ci informa sui sintomi che, associati ai segni, ci consentono l’indirizzamento verso la formulazione di un’ipotesi diagnostica che si dimostrerà essere corretta nel 90% circa dei casi, per cui è importante imparare e saper riconoscere gli indicatori di patologia del sistema nervoso.
Conoscere i sintomi è importante perchè si possono curare indipendentemente dalla curabilità della patologia presente, e questo permette al malato di alleviare le sofferenze e di sentirsi un po’ meglio. Per cui l’anamnesi va raccolta con grande efficienza. Se è così informativa da permettere l'esame diagnostico al neurologo pratico, la diagnosi ipotizzata sarà corretta al 90% già in base alla clinica. La diagnostica serve per dimostrare la correttezza della diagnosi. La clinica in neurologia spesso è talmente evidente che la diagnostica per immagini non è necessaria per effettuare diagnosi.
I sintomi e i segni sono essenziali spie di patologia del SN, nel loro insieme ci consentono di definire la DIAGNOSI SINDROMICA, cioè la diagnosi che si costruisce sulla base dei sintomi e segni. In assenza dei segni si valuteranno solo i sintomi. Es. nell’ emicrania possiamo valutare solo i sintomi.


Sulla base della diagnosi sindromica possiamo costruire la DIAGNOSI ANATOMICA (topografica o di sede) che certe volte può assumere una precisione anche millimetrica. A questa possono contribuire analisi per immagini che integrano e precisano, ma non possono sostituire la diagnosi clinica di sede.

A questo punto bisogna fare una rivalutazione dei dati anamnestici, quali modalità di esordio e decorso, l'evidenziazione di disturbi precedenti, concomitanti e seguenti, una valutazione dell'insieme dei dati di laboratorio, etc.. che ci permette di definire la DIAGNOSI PATOLOGICA  o di NATURA, cioè se la malattia è dovuta a compressione, infiammazione, ischemia, emorragia, neoplasia, ecc...

L'identificazione della causa conduce, quando è possibile, alla DIAGNOSI EZIOLOGICA (cioè se è una patologia della coagulazione, o dovuta a virus, malformazione, genetica, ecc...)

Alla diagnosi eziologica deve, infine, affiancarsi la DIAGNOSI FUNZIONALE, cioè la valutazione del grado di disabilità ed invalidità di una persona.
Per precisare il grado di disabilità si deve misurare l'alterazione della funzione. Dopo aver stabilito la disabilità, eventualmente, si può valutare il grado di invalidità dovuta a quella disabilità. La disabilità dipende dalla persona e può essere:
  1. Disabilità stabile
  2. Disabilità in progressione
  3. Disabilità in remissione
Il giudizio di disabilità ci consente di effettuare il giudizio di invalidità in base al grado di interferenza della disabilità con la vita del soggetto.

[Bibliografia: sbobinature del corso di neurologia 2008-2010 prof. Cotrufo]
Immagini bu Google.

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