domenica 16 maggio 2010

Malattie professionali: visione e videoterminali


Professioni nel settore terziario, in particolare quelle che prevedono l'uso dei videoterminali, richiedono un grande impiego dell'apparato visivo. Se l'impegno occupazionale è incompatibile o supera le capacità di compenso dell'organismo, ne può derivare una diminuzione della prestazione, aumento di errori o distubi della visione che possono insorgere per:
  1. Inefficienza dell'accomodazione.
  2. Irrazionale distribuzione di fonti luminose e variazioni di intensità della luce.
  3. Presenza di sostanze aereodisperse che possono determinare fenomeni irritativi sulle mucose oculari (sick building syndrome).
Le funzioni oculari maggiormente coinvolte durante l'impiego dei videoterminali sono:
  1. L'acuità visiva: capacità di poter distinguere due punti o due linee come immagini distinte. Dipende dall'intensità luminosa, dalla trasparenza del cristallino e della cornea, dallo stato refrattivo (es. miopia), dalla funzionalità retinica e del nervo ottico.
  2. L'accomodazione: riflesso fisiologio per la messa a fuoco degli oggetti tramite variazioni di curvatura del cristallino. Diminuisce in ampiezza, velocità e precisione con la riduzione della luminosità, è una delle principali cause dei disturbi oculo-visivi nelle professioni che fanno grande uso di videoterminali.
  3. L'adattamento: capacità dell'occhio di adeguarsi alle variazioni di illuminazione.
La continua stimolazione muscolare deputata al mantenimento delle funzioni oculari può dar luogo ad affaticamento visivo (astenopia).

In ogni caso, i disturbi connessi all'uso dei videoterminali non sono dovuti all'emissioni delle seguenti radiazioni:
  1. Onde di radiofrequenza: non attraversano la faccia esterna del tubo catodico.
  2. Radiazioni infrarosse ed ultraviolette: data la composizione chimica dello schermo non dovrebbero essere trasmesse all'esterno.
  3. Raggi X a bassa energia: non attraversano lo schermo.
Inoltre, i livelli di radiazioni emesse sono inferiori ai limiti di sicurezza ambientali ed occupazionali fissati a livello nazionale ed internazionale.

[Bibliografia: Medicina del Lavoro-UTET]
[Immagine: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ]

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