A seconda dei valori riscontrati nell’ambiente o nel lavoratore si attuano diversi interventi preventivi e si programma la sorveglianza sanitaria con visite mediche mediche annuali, semestrali o trimestrali a seconda del livello espositivo.
Il monitoraggio ambientale prevede la valutazione della concentrazione di piombo nell’aria
- Il valore limite ambientale è di 150 microgrammi/metro cubo: se entro 30 giorni dal superamento di tale limite non si scende al di sotto di esso, si impone la sospensione dell’attività.
Il monitoraggio biologico prevede la valutazione di:
- Piombemia: indicatore di dose interna (ossia la quantità di piombo assorbita) [la piombemia può essere sottostimata in corso di anemia perché il piombo si accumula principalmente nei globuli rossi]
- Piombiuria
- ALA-urinario: si accumula e viene eliminato con le urine perché l’ala-deidrasi che normalmente lo trasforma in porfobilinogeno è inibita.
- Protoporfirina IX: si accumula nel sangue (nei globuli rossi) a causa dell’inibizione dell’eme-sintetasi che converte la proto porfirina IX in eme; non si ritrova nell’urina perché non è idrosolubile.
Valori limite:
- A.L.A.U.: 15 milligrammi per grammo di creatinina;
- Z.P.P.: 12 microgrammi per grammo di emoglobina,
- Il valore limite biologico è di 70 microgrammi/dl (per le lavoratrici in età fertile è di 40 microgrammi/dl): quando si supera questo limite il lavoratore deve essere allontanato dal lavoro.
Per valori inferiori a quelli dei limiti vengono presi altri provvedimenti preventivi a seconda del livello riscontrato.
Per valori di 40 microgrammi/metro cubo o 35 microgrammi/dl non sono necessari interventi finchè non si modifichino le condizioni ambientali o lavorative.
[Bibliografia: Medicina Del Lavoro-UTET]
Immagini by Google
Nessun commento:
Posta un commento